Un commento di Sergio Cisani per proseguire la riflessione
L’assemblea di ieri è stata molto interessante anche perché ha avuto due facce, che sono complementari ma che meritano un approfondimento.
Una prima parte , partendo da una analisi positiva del modo di gestire i rifiuti urbani dell’attuale giunta si è allargata al tema complesso della visione circolare dell’economia , che inevitabilmente porta a considerare diversi aspetti a partire dalla consapevolezza della scarsità delle risorse , del cambiamento climatico del problema demografico, degli effetti distorti della globalizzazione dell’economia
E’ stato evidenziato che con il patrimonio di conoscenze tecnologiche e scientifiche di cui disponiamo , specie in Italia, è possibile fare di più e meglio con meno: con meno risorse naturali, con meno energia, con meno rifiuti, senza sprechi, e con un impatto ambientale accettabile
il relatore poi ha preso in considerazione a tutti i rifiuti e come si dovrebbe affrontare la loro diminuzione e la loro valorizzazione contemporanea, con la responsabilizzazione dei produttori – con un’accurata eco progettazione , della distribuzione, dei consumatori, per finire con il post consumo, composto da logistica di ritorno, raccolta, preparazione al riuso, riuso, riciclo, creazione del mercato delle materie seconde. È responsabilità di ogni cittadino, governo, azienda, città e paese creare un mondo condiviso sano, inclusivo e vivibile per il quale ci battiamo.
L’impatto della gestione dei rifiuti solidi colpisce tutti; quelli più colpiti dagli impatti negativi dei rifiuti gestiti male sono in gran parte i più vulnerabili della società, perdendo la vita e le case da frane di discariche, lavorando in condizioni di raccolta dei rifiuti non sicure e con gravi ripercussioni sulla salute.
La seconda parte, il secondo relatore, ha affrontato il tema degli inquinanti atmosferici prodotti dall’attività umana nelle città, illustrando con dati piuttosto allarmanti come non possiamo sottovalutare questo problema specie in pianura padana dove si concentrano popolazione , attività industriali, traffico e condizioni meteorologiche di stabilità che peggiorano la situazione.
Così il dibattito si è sviluppato sul tema inquinamento atmosferico della città e di come ridurlo attraverso idee progetto che già in altri tavoli sono stati discussi ( piano della mobilità, con particolare riferimento alla sua “dolcezza”..)
Non si è riusciti a riprendere il dibattito e riportarlo su alcune proposte, che sono state elaborate, circa la gestione dei rifiuti in città.
Ma riteniamo qui proporle, perché la situazione attuale dei rifiuti (urbani e specie quelli industriali – speciali e pericolosi- che sono 5 volte di più) oggi sta progressivamente andando verso una emergenza generale per la fine progressiva dei mercati facili ( estremo oriente, paesi dell’est Europa, nord africa) e la saturazione degli impianti di destino italiani, la mancanza di impianti in Italia specie al centro sud e conseguente saturazione degli impianti europei di termo valorizzazione e discariche , dove finiscono in particolare molte quantità di rifiuti pretrattati dal circuito urbano, e gli speciali solidi
Si alimentano così pratiche scorrette, stoccaggi che si riempiono oltre i limiti consentiti dalle autorizzazioni, per finire ad incendiarsi non si sa bene come. I valori economici stanno crescendo fuori misura, con aggravio dei costi che si trasferiscono immediatamente anche se indirettamente sulle tariffe puntuali o meno.
Ma Che può fare il comune in questa situazione? Molto poco , salvo fare azioni, che unite insieme possano iniziare a modificare un modello di economia lineare che aumenta gli sprechi di risorse e, in modo consistente, anche la produzione di rifiuti, generando aggravi di costi a carico dei cittadini per la gestione dei rifiuti.
Queste azioni possono essere le più diverse , ma ne abbiamo pensate alcune
IN primo luogo “Comunicazione migliore”: sia per educare alla introduzione della tariffa puntuale che per aumentare la consapevolezza di consumatori, commercianti, produttori ed enti locali riguardo la possibilità di ridurre i rifiuti attraverso il loro riutilizzo o con l’acquisto di prodotti “verdi”; Promuovere la conoscenza (A SCUOLA DI MATERIE PRIME e SECONDE con corsi nelle scuole superiori e con BG scienza, ma anche comuni cittadini direttamente) delle materie prime e dei rifiuti, per contrastare la seduzione del consumismo che , con I prezzi convenienti, la facilità dell’acquisto e la consegna a domicilio , una forte crescita del commercio on line distribuiti con imballaggi voluminosi, di prodotti usa e getta, di breve durata, non riparabili, difficilmente riciclabili, alimentarndo un modello di economia lineare che aumenta gli sprechi di risorse e, in modo consistente, anche la produzione di rifiuti, eludendo spesso l’azione virtuosa delle amministrazioni e generando aggravi di costi a carico dei cittadini per la gestione dei rifiuti.
(1) Raccogliere meglio: E’prevista la tariffa puntuale che misura realmente l’effettiva produzione di rifiuti di ogni utenza domestica e non domestica, parametrando su questo dato il peso della parte variabile della tariffa: andrà però spiegata ai cittadini , E’ prevista anche UNA nuova piattaforma ecologica in via Zanica. (una piattaforma ottimale con due/3 persone può gestire ca. 25000 ton anno di rifiuti, considerati i 120000 ab e la produzione di 528 kg/abitante, ne servirebbe almeno una’ALTRA a nord pensando a sezioni per il riuso e la preparazione al riutilizzo
(2) avviare AZIONI NEL SENSO DI Studiare metodologie di raccolta organizzate in base alla ricerca innovativa esistente, per rendere più efficienti gli step successivi alla raccolta relativi al trattamento e recupero finale della materia ; costruire sinergie (con apposita convenzione che suddivida i costi di gestione) nell’hinterland provando a costruire una strategia comune su particolari categorie di rifiuti ottimizzando la disponibilità dei punti di conferimento finali , diminuendo i costi complessivi, con appalti di gestione per raccolta, recupero e smaltimento coordinati
(3) PROGETTO RAEE ( rifiuti elettronici) con l’obiettivo il recupero dei materiali critici e a valore aggiunto contenuti all’interno dei Raee domestici e professionali , dopo una fase di preparazione al riutilizzo se applicabile o di semplice disassemblaggio coinvolgendo le coop sociali che già operano in questo ambito per il recupero dei materiali che hanno un facile destino (plastiche metalli, ecc…) e attivando un furgone mobile attrezzato dotato di personale in grado di effettuare semplici operazioni di riparazione e preparazione al riutilizzo specie delle apparecchiature elettriche ed elettroniche domestiche e professionali disponibile a rotazione presso le piattaforme . In una seconda fase la realizzazione di un impianto di pretrattamento in simbiosi con operatori del settore disponibili a lavorare sul progetto applicando nuove metodologie di recupero lavorando con università e centri di ricerca e consorzi di filiera,
(4) dagli oli fritti potrebbe essere studiata la possibilità di produrre derivati e Tensioattivi con un piano con alcune delle aziende di chimica fine , cosmetica e detergentistica, del territorio, che oggi comprano materie di base vegetali
(5) Utilizzare il Green Public Procurement (GPP) in relazione alle aziende che hanno in appalto i servizi dovrà avere un ruolo importante anche per indirizzare una parte rilevante degli investimenti pubblici verso modelli circolari. In Italia sono stati adottati Criteri Ambientali Minimi (CAM) per 18 categorie di prodotti, 4 sono in corso di definizione, 8 programmati, per i RIFIUTI URBANI è stato approvato con DM 13 febbraio 2014, L’adozione dei CAM può avere impatti significativi sulle altre filiere interessate e fungere da traino per l’economia circolare. A tal fine è necessario indirizzare e formare le stazioni appaltanti, monitorare l’applicazione dei criteri di circolarità, valutarne i risultati ed avere possibilità di effettuare verifiche e di fornire, se necessario, indirizzi correttivi.
(6) Indicatori di verifica e controllo, per la : qualità dell’aria, condizioni delle acque, rumore, stato del suolo, gestione dei rifiuti e della cultura della riduzione della loro produzione ( in collaborazione con l’ARPA possibile sviluppare con una specifica app, a disposizione dei cittadini in tempo reale)
(7)Creazione di un mercato locale di materiale riciclato di beni o oggetti che, destinati a divenire rifiuti, sono stati riutilizzati e riposizionati sul mercato, avendo così una “seconda vita”.
(8) creare benefici sociali attraverso il coinvolgimento di cooperative, operanti nel settore del trattamento dei rifiuti e che realizzano programmi riabilitativi e di inserimento lavorativo per le persone in difficoltà, per la costruzione di prodotti di eco-design. Con la realizzazione di un vero e proprio Distretto locale di economia circolare in cui coinvolgere soggetti a vario titolo, impegnati nella valorizzazione dei materiali e nella produzione di ri-prodotti, fra cui: operatori dei rifiuti, piattaforme di recupero, artigiani commercianti e PMI.
Pur con una ottima performance nella raccolta differenziata in città la situazione attuale oggi si èsegnala che il settore sta progressivamente andando verso una emergenza generale, causa la fine progressiva dei mercati facili,( estremo oriente, africa) e la saturazione degli impianti di destino esistenti italiani e la mancanza di impianti tecnologici specie al centro sud e conseguente saturazione degli impianti europei dove finiscono in particolare molte quantità di rifiuti pretrattati dal circuito urbano, e speciali solidi
i valori economici stanno crescendo fuori misura , con aggravio dei costi che si trasferiscono immediatamente anche se indirettamente sulle tariffe puntuali o meno.
Si alimentano così pratiche scorrette, stoccaggi che si riempiono oltre i limiti consentiti dalle autorizzazioni, per finire ad incendiarsi non si sa bene come.
Troppi stoccaggi sono solo aree intermedie dove , con semplici miscelazioni o riduzioni volumetriche si «confezionano» carichi completi per destini lontani a volte i più fantasiosi in mano ai pochi intermediari speculatori.
Per rispondere alle emergenze e non fare troppi favori agli «intermediari» che governano questo settore da troppo tempo, gestendo gli sbocchi finali (siano italiani che esteri) si dovrebbe oinsistere fin dal livello più basso dei singoli comuni o delle associazioni di comuni, fin su per arrivare al Ministero dell’ambiente e quello dello sviluppo economico , per avere un piano strategico nazionale da avviare subito e completare a medio termine realizzando
Da una parte una rete di impianti dimensionati per aree territoriali, tenendo conto delle specifiche tipologie dei rifiuti prodotti , per rendere recuperabili le varie tipologie di rifiuti che possono essere economicamente recuperati come materie prime, e dove non è possibile mandarli a termodistruzione. o «renderli inerti» ai fini della ricollocazione nelle discariche.
Dall’altra una rete di termovalorizzatori strutturata a livello nazionale e delle necessarie discariche di servizio, tenendo conto di quello che già esiste razionalizzandolo E SOPRATTUTTO FACENDO IN MODO CHE LE TECNOLOGIE SIANO APPLICATE IN MODO DA GARANTIRE LA MINIMIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DELL’UOMO E DELL’AMBIENTE
CONSAPEVOLI CHE LA MODIFICA DEL MODELLO Richiederà TEMPI NON BREVISSIMI, CERTO NON QUELLI delle scadenze elettorali che riducono la capacità di affrontare temi di medio e lungo termine, CHE il condizionamento degli interessi economici che ruotano attorno ai combustibili fossili è ALTO,CHE VIVIAMO le difficoltà sociali e occupazionali della transizione e l’impreparazione ad affrontare un cambiamento inedito di così vasta portata.