Intervento su delibera di approvazione del Piano di rischio aeroportuale

14 ottobre 2019

Abbiamo il Piano di Rischio aeroportuale. E’ questo è un bene.

Con questo documento, il Consiglio comunale prende atto di quale alto prezzo una parte della città paghi per l’aeroporto. E non solo in termini di salute, di inquinamento atmosferico o acustico, ma di rischio di vita.

Con questo documento, abbiamo definito i vincoli precisi che la presenza dell’aeroporto di Orio al Serio impone alla città per garantire la salvaguardia e la tutela dei cittadini e del territorio. Tra i vincoli ci sono il PRA, ci sono le aree soggette al rischio contro terzi e c’è anche la limitazione alle altezze fisiche di edifici e impianti che possono costituire un ostacolo alla navigazione degli aerei.

Sono documenti che si reggono su informazioni fornite da ENAC e su cui – come ci è stato detto – non ci sono possibilità discrezionali di modifica da parte del Comune.

A partire da questi elementi, pongo alcune questioni, allargando progressivamente lo sguardo.

  1. Ci sono attività che non potranno essere realizzate in queste aree, ad esempio le scuole. Cosa è previsto di fare per le scuole esistenti, dato che ovviamente il PRA non può essere retroattivo? Quali forme di informazione, protezione, sicurezza possiamo dare alle scuole e ad altre attività simili presenti nelle aree coinvolte dal PRA? O è il caso di pensare a un progressivo trasferimento di queste attività?
  2. Quali sono le attività da oggi vietate che sono state autorizzate nei lunghi anni in cui si è lavorato per il PRA?
  3. Sia questo Piano, che quello relativo allo sviluppo aeroportuale, si basano su dati largamente “datati”: il 2011 nel caso del PRA e il 2003 per il secondo, con previsioni al 2030, e sul quale è in corso il procedimento di VIA. Solo successivamente all’approvazione del nuovo PSA, l’ENAC procederà con l’aggiornamento delle nuove curve di isorischio. Un gatto che si morde la coda. Sappiamo tutti che la crescita dell’aeroporto ha sfondato negli ultimi anni ogni previsione, come i giornali locali segnalano trionfalmente di tanto in tanto, per cui ragionare su dati vecchi di anni ha poco senso. Stiamo parlando, per capirci, di 71.514 movimenti nel 2011 e di 89.533 nel 2018, con una crescita di oltre il 25%. L’assessore Valesini si è impegnato a sollecitare dati aggiornati da ENAC, sui quali aggiornare rapidamente il Piano, perché corrisponda alla realtà e non sia un eterno rincorrerla.
  4. Abbiamo parlato dei vincoli che giustamente la presenza dell’aeroporto pone al territorio. Vorrei che parlassimo anche dei vincoli che la presenza del territorio pone all’aeroporto. Condividiamo tutti il grande valore economico e di volano per l’occupazione e il turismo che ha l’aeroporto. Ma sviluppo dell’azienda SACBO e crescita numerica dell’aeroporto non sono due termini che possono coincidere. Per questo non scalda il cuore leggere i propositi del nuovo presidente SACBO Giovanni Sanga, dai giornali indicato come il candidato voluto dalle istituzioni, quindi da Comune e Provincia. Infrastrutture, ampliamento, investimenti di decine di milioni, salto di qualità… Sanga parla dell’aeroporto come una realtà “che spesso sento definire come un problema: io credo semmai sia una risorsa e un’opportunità da valorizzare, ma bisogna sempre prestare la giusta e massima attenzione al territorio”: che si traduce in “opere di mitigazione ambientale e di compensazione per milioni di euro”. E della crescita dello scalo “dobbiamo ragionare tenendo conto appunto della valorizzazione dell’azienda da un lato e della compatibilità con il territorio dall’altro”. Da chi deve rappresentare l’interesse pubblico in Sacbo mi aspetto una prospettiva diversa e cioè che l’aeroporto di Orio non può più crescere e l’auspicato sviluppo di SACBO deve pertanto avvenire su altri fronti e tutti sappiamo che si parla del fronte est. Non bastano i doppi vetri. Occorre che si fermi la crescita dei voli.
  5. Chiedo pertanto che al neo presidente SACBO, cui vanno i miei auguri di buon lavoro, venga consegnata copia dell’odg approvato dal Consiglio comunale il 26 novembre 2018, in cui dopo aver scritto che “L’incremento costante del traffico aereo da un lato ha generato effetti positivi in termini economici e occupazionali per il territorio, dall’ altra ha incrementato il disagio sotto l’aspetto ambientale, peggiorando la qualità della vita della popolazione residente nelle aree dell’intorno aeroportuale ….. e che il Sindaco di Bergamo e il Presidente della Provincia hanno fatto proprio il disagio lamentato dal territorio e lo hanno rappresentato ai soci bergamaschi del patto di sindacato, con particolare riferimento alla richiesta di moratoria sull’aumento del numero dei voli, come sottoscritto in data 26 luglio 2016 anche dai Sindaci (tra cui quello di Bergamo) appartenenti al tavolo appositamente costituito per affrontare le criticità indotte dal “Caravaggio”, nelle more dell’approvazione del nuovo piano aeroportuale” … si propongono precisi impegni in termine di riduzione dell’impatto ambientale, a partire dalla riduzione dei voli notturni, largamente ripresi nel programma elettorale con cui Gori ha vinto le elezioni.