Intervento di Roberto Cremaschi alla seduta inaugurale del Consiglio Comunale di Bergamo, 14 Giugno 2019

Nel prendere la parola per la prima volta in quest’aula, non posso non ricordare con emozione e commozione mio nonno Ferruccio Galmozzi, che fu il primo sindaco di Bergamo dopo la Liberazione dal nazifascismo, per dieci anni esaltanti e difficili. E con lui tutti gli amministratori – tra cui numerosi esponenti della mia famiglia d’origine e di quella acquisita con il matrimonio – che si sono succeduti in quest’aula per gestire la cosa pubblica. Spero di essere all’altezza del loro impegno, della loro competenza, del loro disinteresse.

Ma facendo un salto di oltre 70 anni, vorrei anche ricordare con gratitudine l’iniziativa dei consiglieri Emilia Magni e Luciano Ongaro, grazie alla cui tenacia, insieme a quella di altri consiglieri comunali, Bergamo ha cancellato la vergogna di avere tra i suoi cittadini onorari, accanto ad Andrea Viterbi, Liliana Segre, Ermanno Olmi, Ernesto Olivero, anche Benito Mussolini: si è trattato di un atto simbolico di profondo significato politico e storico, in un’epoca in cui lo sdoganamento del fascismo, anche ai più alti livelli istituzionali, sembra ottenebrare la memoria. Siedo oggi più volentieri in quest’aula, in cui i valori della democrazia e della Costituzione sono stati nuovamente ribaditi.

La nostra lista fa parte della maggioranza. Abbiamo deciso di sostenere la ricandidatura di Giorgio Gori e della coalizione di centrosinistra liberamente, lealmente e criticamente. E così faremo per cinque anni. Lo farò io in consiglio comunale e lo faranno gli altri amici e amiche che intendono partecipare al governo della città, nelle sue molteplici modalità.

Abbiamo mosso critiche precise all’amministrazione uscente. Ci siamo confrontati con Gori e con gli altri esponenti della maggioranza. Siamo stati ascoltati. Abbiamo apportato contributi a nostro parere significativi nel programma cui i cittadini hanno dato uno straordinario consenso.

Il nome stesso della nostra lista segnala i temi che riteniamo qualificanti e urgenti: la partecipazione come metodo del governare e la tutela dell’ambiente come priorità per costruire il futuro nostro e dei nostri figli.

Saluto pertanto con piacere l’assessore alla partecipazione Giacomo Angeloni, cui assicuro collaborazione, stimolo e anche controllo perché la città faccia un salto avanti concreto e decisivo nelle politiche di partecipazione: che certamente sono faticose, richiedono tempo, pazienza e disponibilità, e anche una certa fantasia e coraggio innovativo, per adattarsi a situazioni diverse, ma restituiscono dialogo, più articolata e completa comprensione dei problemi, condivisione delle decisioni, maturità amministrativa.

La tutela dell’ambiente non è una moda. E’ una drammatica urgenza.

Dispiace che non siano i governi del mondo a recepire la gravità dell’emergenza che viviamo, ma che i maggiori testimonial siano papa Francesco e i ragazzi di Fridays For Future. Scrive papa Francesco nell’enciclica Laudato sì: “Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. (…). Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale”. E aggiunge: “I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi”.

I giovani stanno rispondendo. Sono i giovanissimi delle scuole superiori, i ragazzi e le ragazze che non hanno ancora l’età per votare, ma hanno quella per capire e per decidere. In una delle prossime sedute, intendiamo, con i colleghi della maggioranza farci portavoce della loro proposta che il Comune di Bergamo, come altri comuni in Europa e in Italia, dichiari l’emergenza climatica e ambientale e predisponga una serie di misure per contrastarla.

Sono misure che riguardano il traffico, il riscaldamento, i consumi di suolo, di acqua, di aria, di cibo, l’adozione di soluzioni basate sulla natura, un diverso modo di produrre, di progettare e di costruire; un diverso stile di consumare. Ne parleremo, sia per adottare soluzioni puntuali e magari di poco costo, sia nell’affrontare temi complessi quali il PGT, il PUMS, i grandi interventi urbanistici a cominciare da Porta Sud. Tutto, tutto deve passare attraverso il filtro della sostenibilità ambientale.

Tutto questo per avere un futuro. Un futuro che possiamo tentare stolidamente di combattere, oppure un futuro di cui ci facciamo costruttori. E se quanto finora detto
riguarda tutta la nostra comunità come è stata finora, occorre guardare come sarà.

Lo farò, anche sulla base dell’incarico assegnatomi dal sindaco – che ringrazio per la fiducia – di occuparmi di “nuovi cittadini”.

Lo farò con in testa le parole scritte già nel 1994 Alex Langer: nelle nostre società “deve essere possibile una realtà aperta a più comunità, non esclusiva, nella quale si riconosceranno soprattutto i figli di immigrati, i figli di famiglie miste, le persone di formazione più pluralista e cosmopolita. (…) La convivenza plurietnica, pluriculturale, plurireligiosa, plurilingue, plurinazionale appartiene e sempre più apparterrà, alla normalità, non all’eccezione. (…) In simili società è molto importante che qualcuno si dedichi all’esplorazione e al superamento dei confini, attività che magari in situazioni di conflitto somiglierà al contrabbando, ma è decisiva per ammorbidire le rigidità, relativizzare le frontiere, favorire l’integrazione”.

Proviamoci. E’ solo camminando che s’apre cammino.

Grazie e buon lavoro a tutti e tutte.