29 11 2021 – ODG contrasto violenza sulle donne

CONSIGLIO DELLE DONNE

 

Ordine del Giorno URGENTE

Al Presidente del Consiglio Comunale

 

Il Consiglio Comunale

PREMESSO CHE:

  • L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito nel 25 novembre la celebrazione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” , considerata una violazione dei diritti umani.
  • La prima definizione di violenza contro le donne basata sul genere in ambito europeo è contenuta nella Convenzione di Istanbul del 2011, ratificata dall’Italia con la legge 27 giugno 2013 n. 774.
  • Per violenza nei confronti delle donne “si intende designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata” intendendo per violenza di genere qualsiasi “violenza diretta contro una donna in quanto tale, o che colpisce le donne in modo sproporzionato”
  • Il 25 novembre data della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne segna anche l’inizio della campagna “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere” lanciata nel 1991 dal Center for Women’s Global Leadership (CWGL) e sostenuta dalle Nazioni Unite e che dura fino al 10 dicembre Giornata mondiale dei diritti umani, per sottolineare che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani.
  • Nel 2008 il Segretario generale delle Nazioni Unite lancia la  campagna pluriennale UNITE che vede il 2030 il termine per porre fine alla violenza contro le donne e le ragazze e le bambine in ogni parte del mondo, promuovendo azioni globali per aumentare la consapevolezza, galvanizzare gli sforzi di advocacy e condividere conoscenze e innovazioni nel contrasto alla violenza di genere.
  • UNITE invita i governi, la società civile, le organizzazioni femminili, i giovani, il settore privato, i media e l’intero sistema delle Nazioni Unite a unire le forze per affrontare il problema globale di violenza contro donne e ragazze e bambine. La campagna si basa sui quadri legali e politici internazionali esistenti e lavora per sinergizzare gli sforzi di tutti gli uffici e le agenzie delle Nazioni Unite che lavorano per porre fine alla violenza contro le donne.
  • Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3.

CONSIDERATO CHE:

  • In Italia i dati Istat  mostrano che il 31,5% (6 milioni 788mila) delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).
  • Secondo il Rapporto Istat 2020 sulle 116 donne vittime di omicidiil 92,2% di questi delitti sono commessi da una persona conosciuta dalla vittima, nello specifico il 51,7% dal partner attuale, il 6% dall’ex partner, il 25,9% da parenti, nell’8,6% dei casi da un’altra persona che la vittima conosceva.
  • Questi dati evidenziano le gravi dimensioni del fenomeno, che costituisce un rilevante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani.
  • Per quanto riguarda le chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking, nel 2020 (dati ISTAT) queste sono aumentate del 79,5% rispetto al 2019, sia per telefono, sia via chat (+71%).

CONSIDERATO ALTRESI’ CHE:

  • la legge del 19 luglio 2019, n. 6945 , entrata in vigore il 9 agosto 2019,     il cosiddetto “Codice rosso”, ha introdotto nuove fattispecie di reato e perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime, attraverso specifiche previsioni, finalizzate tra l’altro a rendere più celeri le indagini e l’instaurazione del procedimento penale.
  • A livello nazionale il piano strategico 2017-2020 di contrasto alla violenza sulle donne si basava su tre pilastri fondamentali, che ricalcavano quelli previsti dalla Convenzione di Istabul: la prevenzione, la protezione delle vittime, la punizione dei colpevoli.
  • Il nuovo piano strategico 2021-2023 presentato recentemente dalla ministra Bonetti, aggiunge come asse fondamentale l’assistenza e la promozione ed in linea nei contesti internazionali si parla di obbligazione delle 5 P per rappresentare la complessità degli interventi: adozione di misure adeguate di prevenzione (to prevent), interruzione di ogni forma di violenza per proteggere la vittima (to protect), contrasto a qualsiasi forma di crimine (to punish), previsione di forme adeguate di risarcimento (to procure compensation) e, non ultima, promozione di una cultura non discriminatoria per superare stereotipi e pregiudizi (to promote).
  • Agli assi tematici sono  associate specifiche priorità che affrontano le sfide connesse alle condizioni di violenza maschile sulle donne, rispetto alle dimensioni più significative quali: la prevenzione, l’istruzione, la formazione, la ricerca, l’autonomia personale e abitativa, la sensibilizzazione, l’informazione, la tutela e la protezione.
  • Nell’ambito dell’asse protezione e sostegno, è prevista l’attivazione di percorsi di empowerment economico, finanziario, lavorativo e di autonomia abitativaUn tema considerato elemento di rilievo sia nella fase di emersione che nell’accompagnamento verso l’autonomia.
  • La misura del reddito di libertà, attiva da metà novembre, mette a disposizione un contributo economico fino a 400 euro al mese per un anno, destinato alle donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, per contribuire a sostenerne l’autonomia

PRESO ATTO CHE:

  • La Rete Interistituzionale Antiviolenza degli Ambiti territoriali di Bergamo e Dalmine, è il punto di riferimento territoriale di Regione Lombardia delle politiche di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e domestica. Un presidio che rappresenta l’esito di una sensibilità politica/istituzionale che si è generata in questi anni in un territorio dove, già da tempo, era attivo il Centro Antiviolenza Aiutodonna (nato nel 1999, su impulso del Consiglio delle Donne, cui si è aggiunto lo Spazio Donna di Dalmine nel 2019) nodo essenziale e necessario di ogni Rete insieme a tutti gli operatori e operatrici dell’emergenza.
  • Da gennaio al 31 ottobre 2021 nei due Ambiti, Bergamo e Dalmine, il Centro Antiviolenza Aiutodonna e lo Spazio Donna di Dalmine hanno ricevuto 310 contatti di donne.
  • A livello provinciale, nelle 5 Reti Antiviolenza territoriali, il numero di contatti totale è di 829 donne, in continuità con le rilevazioni degli anni precedenti.

– al fine di contrastare tale fenomeno, sono state adottate misure a livello nazionale e regionale per le politiche di parità , di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne, in particolare:

 

Si invita il Sindaco e la Giunta: 

  • a continuare ed intensificare ogni possibile azione per contrastare la violenza sulle donne, in particolare:
  • Promuovere tutte quelle attività formative atte a prevenire gli atti di violenza e a promuovere la cultura del rispetto
  • Intervenire presso il Governo e la Regione Lombardia affinché mantengano e implementino i sostegni ai centri antiviolenza attraverso i fondi previsti a livello nazionale e regionale per le misure di contrasto alla violenza sulle donne, con previsione di maggiori risorse e affinché sia data piena attuazione e continuità di finanziamento alle leggi nazionali e regionali di contrasto alla violenza sulle donne
  • Proseguire nel sostegno alla promozione della qualità dei Servizi alla Persona presenti nella nostra Città e al sostegno dell’Associazione Aiuto Donna per la sua importante attività in collaborazione con il Comune .
  • Promuovere   forme di collaborazione tra istituzioni, imprenditoria e centri antiviolenza che facilitino l’autonomia economica di donne vittime di violenza
  • Promuovere percorsi di autonomia abitativa attraverso l’implementazione e la differenziazione della rete dell’accoglienza, con seconde autonomie e co-housing, e attraverso azioni che sostengano la possibilità di inserire, con specifiche priorità, le donne in uscita dalla violenza nelle graduatorie per gli accessi al patrimonio immobiliare pubblico.
  • Promuovere il sostegno alle attività rivolte agli uomini maltrattanti, in un percorso “socioeducativo” finalizzato ad interrompere i comportamenti violenti, ridurre la recidiva e aumentare la sicurezza di donne e minori.

 

Bergamo, 29 novembre 2021